L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
PRIMA LETTURA: Sir 6,5-17
Per un amico fedele non c’è prezzo.
SALMO: (Sal 118)
Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Mc 10,1-12.
In questo brano Gesù risponde ad una domanda con un’altra domanda, ma poi chiarisce come nel Regno si vivranno le relazioni coniugali, ovvero come nella condizione originaria dell’uomo e della donna prima del peccato.
Rispetto alla domanda, tuttavia, che dava per scontato il fatto che fosse consentito solo all’uomo il ripudio, Gesù formula un principio nuovissimo, sconosciuto alle culture dell’epoca. Uomo e donna sono uguali, sono parti uguali di una sola carne. Nessuno dei due ha diritto al ripudio.
Come questo principio sia stato compreso e declinato nel tempo, anche per tenere conto delle differenze culturali tra i popoli e l’evoluzione dei costumi, è materia affascinante e delicata. A noi basti prendere nota di un principio che Gesù fonda addirittura sull’origine del mondo.
Gesù ci parla della bellezza del matrimonio, ma il suo messaggio va oltre: ci invita a riconoscere che i sentimenti più preziosi della nostra vita – come l’amore, l’amicizia, e il prendersi cura degli altri – sono doni meravigliosi che vengono da Dio.
Amore, amicizia, legami familiari: queste cose non sono semplici emozioni o coincidenze. Sono doni che Dio ci mette nel cuore per renderci felici. Se ci fermiamo a pensarci, ci accorgiamo di quanto siano preziosi e di quanto rendano bella la nostra vita.
Non basta avere questi sentimenti: bisogna saperli apprezzare. Amare davvero, coltivare un’amicizia sincera, vivere i legami familiari con profondità: sono tutte occasioni per gustare la bellezza della vita e rendere grazie a Dio. Ogni giorno è un’opportunità per vivere questi doni con più gratitudine.
Quando attraversiamo momenti bui, sono proprio questi legami che ci danno forza. Un amico che ti ascolta, un abbraccio che ti consola, un gesto d’amore che ti fa sentire meno solo: tutto questo è un segno della presenza di Dio nella tua vita. Non dimenticarlo, soprattutto nei momenti di difficoltà.
A volte, presi dalla fretta o dall’orgoglio, rischiamo di trascurare o rovinare i doni più belli che abbiamo. Prendersi cura dell’amore, dell’amicizia e della famiglia è un modo per essere fedeli a Dio e per vivere una vita piena.
Ricordiamoci ogni giorno di ringraziare Dio per questi sentimenti che danno senso alla nostra vita. Viviamoli con passione e rispetto, perché sono il Suo modo di dirci che ci ama. Con questi doni, noi possiamo rendere la vita più luminosa nei momenti belli, e più sopportabile in quelli difficili.