Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
PRIMA LETTURA: Tt 3,1-7
Eravamo insensati, ma Dio ci ha salvati per la sua misericordia.
SALMO: (Sal 22)
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
«Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Lc 17,11-19.
Oggi, Gesù passa intorno a noi per farci vivere la scena anteriore, con un’aria realistica, nella persona di tanti emarginati come ce ne sono nella nostra società, che si fissano nei cristiani per trovare in essi la bontà e l’amore di Gesù. In tempi del Signore, i lebbrosi erano parte della tenuta degli emarginati. In realtà, quei dieci lebbrosi andarono a incontrare Gesù all’ingresso di un villaggio (cfr Lc 17,12), perché non potevano entrare nei paesi, e nemmeno avevano permesso per approcciarsi alla gente (“si fermarono a distanza”).
Con un po’ di immaginazione, ognuno di noi è in grado di riprodurre l’immagine degli emarginati della società, che hanno nomi come noi: immigrati, tossicodipendenti, criminali, persone con AIDS, disoccupati, poveri… Gesù vuole ripristinarli, rimediare le loro sofferenze, sollevare i loro problemi; e ci chiede collaborazione disinteressata, gratuita, efficace… per amore.
Gesù si sta dirigendo verso Gerusalemme. A morire. Perché a Gerusalemme manifesterà il suo vIl cammino è l’immagine che attraversa tutta la scena narrativa, la quale culmina non nella guarigione ma con il ritorno di un solo lebbroso guarito per lodare Dio e ringraziare Gesù.
La scena si apre con l’annotazione che Gesù è in cammino verso Gerusalemme lì dove, morendo come un giusto, purificherà tutti i peccatori per renderli giusti. Lungo questo cammino incontra dieci lebbrosi i quali in coro invocano il suo aiuto.
Gesù li invia dai sacerdoti del tempio perché, come prescriveva la legge, loro avrebbero certificato l’avvenuta purificazione. Tutti e dieci i lebbrosi s’incamminano certi dell’efficacia della parola di Gesù per adempiere la Legge.
Mentre essi sono per strada si rendono conto di essere stati purificati. Ciò che è avvenuto invisibilmente nel momento in cui hanno obbedito alle norme diventa manifesto ai loro occhi. Quello di tutti e dieci i lebbrosi è un cammino di guarigione in obbedienza alla parola della Legge che, posta sulle labbra di Gesù, diventa un annuncio compiuto di purificazione e perdono.
Dio agisce in maniera invisibile agli occhi degli uomini e secondo criteri che non coincidono con i loro pensieri. La guarigione è l’effetto visivo della azione dello Spirito invisibile e misteriosa. Tutti vengono sanati perché a tutti è data la legge dell’amore e la possibilità di metterla in pratica.
Tuttavia, solo uno su dieci ritorna per lodare e ringraziare Gesù. La riconoscenza e la gratitudine sono gesti che si possono compiere solo in obbedienza alla voce dello Spirito. Tutti l’hanno ricevuto, senza distinzione, ma uno solo ha ascoltato la sua voce e gli ha obbedito tornando indietro per lodare Dio e ringraziare.
Tutti avevano invocato la misericordia, ma uno solo ha riconosciuto che essa li ha sanati mediante Gesù.
Inoltre, facciamo più presente in ciascuno di noi la lezione che Gesù dà. Noi siamo peccatori e bisognosi di perdono, siamo poveri che aspettano tutto da Lui. Saremmo in grado di dire come il lebbroso, «Gesù, maestro, abbi pietà di me» (Lc 17,13)? Sappiamo rivolgerci a Gesù con preghiera profonda e fiduciosa?
Imitiamo il lebbroso, che torna a Gesù per ringraziarlo? Infatti, soltanto «Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio» (Lc 17:15). Gesù non trova gli altri nove, «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?» (Lc 17,15). Sant’Agostino ci lasciò questa dichiarazione: «’Grazie a Dio’: non c’è nulla che si possa dire più brevemente (…) né fare con più profitto di queste parole».