PRIMA LETTURA: Sir 35,1-15
Chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
SALMO: (Sal 49)
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.
«In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Mc 10,28-31
Il brano del Vangelo di Marco delucida il significato del messaggio di Cristo e le promesse che esso comporta. Pietro, rappresentando tutti i discepoli, esprime a Gesù la loro totale dedizione: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Questa affermazione è un riconoscimento del sacrificio e della rinuncia che seguire Gesù comporta.
Gesù risponde con una promessa che va oltre le aspettative umane: chiunque abbia lasciato casa, famiglia o campi per causa sua e del Vangelo riceverà cento volte tanto in questa vita, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Questa risposta di Gesù è carica di significato e ci invita a riflettere su diversi livelli.
In primo luogo, Gesù riconosce il sacrificio dei suoi discepoli e promette una ricompensa abbondante. Tuttavia, questa ricompensa non è solo materiale, ma si estende alla dimensione comunitaria e spirituale. Chi segue Gesù entra a far parte di una nuova famiglia, la comunità dei credenti, che offre un sostegno e un amore che supera i legami di sangue. Questo nuovo senso di appartenenza è un dono prezioso che compensa le rinunce fatte.
In secondo luogo, Gesù non nasconde le difficoltà e le persecuzioni che i suoi discepoli dovranno affrontare. Non è un cammino privo di ostacoli; è segnato da prove e sofferenze. Tuttavia, queste difficoltà sono parte integrante del cammino verso la vita eterna. Le persecuzioni non sono una punizione, ma un’opportunità di crescita spirituale e di testimonianza della fede.
Gesù conclude con un’affermazione paradossale: “Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi”. Questo ci ricorda che il Regno di Dio sovverte le logiche umane di potere e prestigio. La vera grandezza nel Regno di Dio non si misura con i criteri mondani, ma con la capacità di servire e di amare senza riserve. Chi è disposto a rinunciare a tutto per seguire Cristo, anche se può sembrare ultimo agli occhi del mondo, sarà primo agli occhi di Dio.
Emerge la radicalità del messaggio di Cristo. È un invito a vivere la nostra fede con coraggio, fiducia e speranza, sapendo che le nostre rinunce saranno ricompensate con una gioia e una pienezza che solo Dio può dare.