Lo sposo è con loro.

PRIMA LETTURA: Eb 5,1-10

Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì.

SALMO (SAL 109)

Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

“In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. 
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».”

Mc 2,18-22

Il digiuno è un atto penitenziale che la Chiesa pratica sin dalle sue origini ed è comune a molte altre espressioni religiose. Ha lo scopo di distoglierci dai beni temporali, predisporre l’animo ai valori dello spirito e renderci vigilanti nell’attesa della salvezza. Ha anche un valore di espiazione e ascetico.

Oggi noi viviamo il digiuno come partecipazione alle sofferenze di Cristo. Alcuni santi lo hanno praticato in modo eroico. Al tempo di Gesù lo praticavano anche i discepoli del Battista e i seguaci dei farisei.

Da qui la domanda provocatoria rivolta a Gesù: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

La risposta di Gesù, come sempre, è ricca di significati e di insegnamenti.

Egli vuole proclamare la novità che sta sbocciando per tutti con la sua presenza nel mondo e con l’opera redentrice che sta già attuando. Il regno di Dio è in mezzo a noi.

Nascono tempi nuovi alimentati non più da paure e timori, ma dall’amore dello «sposo» verso l’umanità riconciliata. È ormai in atto il tempo nuovo, il tempo delle nozze, il tempo della gioia e della festa, circostanze che non si conciliano più con il digiuno e con il lutto.

«Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?».

Soltanto se privati di questa gioia, inizierà il tempo del lutto e del digiuno.

La novità del Cristo è totale e sconvolgente, non è assolutamente da paragonare ad un rattoppo sul vecchio e sul passato. Il vino è un vino nuovo, è quel vino, prima sorbito da Cristo come calice amaro e poi offerto a noi come bevanda di salvezza.

«Verranno tempi…» – dice però il Signore.

È una velata allusione alla sua morte, alla passione sua e del mondo, al «già e non ancora», che crea la perenne ansia di una pienezza che ci sfugge.